La Direttiva UE sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD – Energy Performance of Buildings Directive) fa parte della più ampia politica ambientale UE “Fit for 55” che punta a ridurre le emissioni di CO₂ del 55% entro il 2030 con l'obiettivo di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici nell’ambito dell’Unione Europea, tenendo conto delle varie condizioni climatiche e locali attraverso per ridurre le emissioni di gas serra e le bollette energetiche. La direttiva stabilisce che a partire dal 2030 tutti i nuovi edifici debbano essere a emissioni zero, con il target anticipato al 2027 per i nuovi edifici pubblici, mentre per le ristrutturazioni la direttiva impone ai Paesi di elaboraere strategie a lungo termine per sostenere il rinnovamento degli edifici residenziali e stabilisce che almeno il 15% del patrimonio edilizio sia aggiornato dal grado G dell'attestato di prestazione energetica almeno al grado F, entro il 2027 per edifici non residenziali e il 2030 per gli edifici residenziali.
Dove intervenire per aumentare l’efficienza energetica
I Paesi dell’Unione devono stabilire i requisiti minimi di rendimento energetico ottimali per il:
- riscaldamento degli ambienti
- raffrescamento degli ambienti
- acqua calda per uso domestico
- ventilazione
- illuminazione integrata
- altri sistemi tecnici per scopi edili
Gli edifici esistenti, in fase di ristrutturazione, devono migliorare le loro prestazioni energetiche in modo da soddisfare i requisiti applicabili. I Paesi dell’Unione devono inoltre impegnarsi ad utilizzare un sistema di certificazione delle prestazioni energetiche che devono:
- fornire informazioni sulla classificazione energetica di un edificio a potenziali acquirenti o locatari
- includere raccomandazioni per migliorie economicamente convenienti
- essere citati in tutti gli annunci pubblicitari sui mezzi di comunicazione commerciali quando i locali sono offerti in vendita o in affitto.
Nessuna sanzione in caso di mancata ristrutturazione
In caso di mancata ristrutturazione, la Direttiva non prevede nessuna sanzione, incluse quelle temute nei giorni precedenti la sua presentazione e che presupponevano un vincolo alla vendita o all'affitto di case non energeticamente efficienti. Infatti, il commissario UE Frans Timmermans ha infatti chiarito che “Bruxelles non sequestrerà la casa” a nessuno, né tantomeno impedirà la vendita delle case che non sono ristrutturate. La proposta infatti lascia piena libertà agli Stati membri di decidere come rispettare gli standard minimi decisi a livello comunitario.
Gli incentivi a sostegno delle ristrutturazioni
Il Piano prevede una serie di incentivi per accedere ai finanziamenti di diversa natura, tra cui il FESR, il Fondo di coesione e il Fondo per la ripresa e la resilienza. Oltre a questi è prevista la creazione del nuovo Fondo sociale per il clima che impegnerà 72,2 miliardi di euro dal bilancio dell'UE per il periodo 2025-2032 per sostenere le famiglie, in particolare quelle che vivono negli edifici con le prestazioni peggiori.
Stop invece alla concessione di incentivi finanziari per l'installazione di caldaie a combustibili fossili a partire dal 2027
Oltre ai finanziamenti europei gli stati membri devono attuare i Piani nazionali di ristrutturazione edilizia, garantendo l'impiego di fondi sufficienti per fornire finanziamenti a livello nazionale e aiutare a stimolare gli investimenti privati.