La riforma del catasto inserita nella delega fiscale del Governo Draghi è stata approvata a inizio marzo e entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026, dando il tempo di capire esattamente quali sono le novità e regolarizzare i propri documenti.
Le novità
La riforma del catasto 2022 è stata oggetto di accese discussioni da parte delle forze politiche che alla fine hanno raggiunto un accordo che prevede:
• regolarizzare i terreni e gli immobili non accatastati (per i quali i proprietari in maniera illegittima non pagano le tasse) attraverso alcune modifiche legislative
• la correzione dei terreni edificabili accatastati come agricoli
• modifiche al valore degli immobili di interesse artistico o storico che potranno usufruire di sgravi fiscali per le spese di manutenzione
La modifica maggiore rispetto all’attuale situazione riguarda le novità introdotte dall’art. 6 cioè la revisione del sistema di rilevazione catastale con la sostituzione del numero dei vani con il numero dei metri quadrati per calcolare la redditività dell’immobile. Il comma 2 dell’articolo 6 prevede che dal 1° gennaio 2026 vengano integrate le informazioni presenti nel catasto dei fabbricati, attribuendo all’immobile un valore patrimoniale e una rendita attualizzata sulla base dei valori di mercato.
Effetti della riforma
Il timore maggiore di molti cittadini è che a seguito della riforma del catasto ci sia l’aumento della tassazione sugli immobili, poiché è prevista la creazione di un nuovo registro che vada a integrare quello catastale. In realtà il nuovo registro è solo un approfondimento delle informazioni già disponibili e, comunque, non avrà rilevanza a fini fiscali. In sostanza la riforma punta in primo luogo a far emergere quegli immobili e terreni che, per qualsivoglia motivo, non sono stati accatastati o lo sono in maniera non corretta. Quindi la riforma del catasto 2022 serve a migliorare la qualità e quantità di informazioni relative agli immobili senza modificare l’attuale situazione fiscale.